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tutto il Pu(IV) e niente U(VI) che rimaneva nella soluzione nitrica. La separazione del Pu dall’U era
fatta. Però adesso il pochissimo P(IV) stava nel tantissimo BiPO4. Niente paura, l’acido nitrico
concentrato scioglie questo sale, mi ritrovo con Bi3+ e Pu4+ in soluzione insieme. Viene aggiunto un
potente ossidante contenente Ce4+ e bicromato affamati di elettroni, e lo ione Pu4+ glieli da
ossidandosi a PuO22+ (plutonile, Pu(VI)) che, come l’uranile U(VI), non precipita insieme al BiFO3.
Allora alla soluzione con tanto Bi3+ e con pochissimo PuO22+ disciolti si aggiunge ancora una volta
acido fosforico, il BiFO4 insolubile viene giù stavolta da solo, il plutonile P(VI) resta in soluzione
ed il gioco è fatto. Infatti in quest’ultima soluzione si aggiunge acido nitroso HNO2 che riporta il
plutonio a Pu(IV), cioè allo ione Pu4+. Basta aggiungere un po’ d’acqua ossigenata H2O2 e precipita
il perossido di plutonio puro (con la reazione Pu4+ + 2H2O2 → PuO4 + 4H+ ,che viene infine
isolato. Riscaldandolo in forno ( PuO4 → PuO2 + O2 ) si ha il prodotto ossido di plutonio PuO2, e
riscaldando il quale in corrente di idrogeno ( PuO2 + 4H2 → Pu + 2H2O) si ha il prodotto plutonio
metallico Pu, il gioco è fatto.
Questo processo “Bismuth Phosphate” viene ripetuto fino a purezza richiesta per i prodotti. Dopo
la prima separazione de BiFO4 col Pu si può sciogliere il solido in acido cloridrico, aggiungere
lantanio La3+ in soluzione e farlo precipitare aggiungendo fluoruro F- (in forma di acido
fluoridrico). Precipita il fluoruro di lantanio LaF3(Pu) che trascina tutto il plutonio eliminando
meglio i prodotti di fissione rispetto al fosfato. Aggiungendo questo “Lantanum Fluoride
Process” si ottiene plutonio ancora più puro (decontaminato da FP). Tuttavia l’acido cloridrico
danneggia l’acciaio degli impianti per la preparazione industriale, mentre il nitrico è tollerato.
Nel centro di Hanford, con Fermi gran consulente, La “Du Pont” (l’industria chimica che inventò le
calze di naylon per le donne!) costruì in un anno il “B Reactor” da 250 MW (M = 106 = 1 milione di
volte più potente della CP1) per generare plutonio al livello industriale necessario per il programma
militare americano. Una volta estratto il plutonio dalle barrette irraggiate (separato dall’uranio col
processo di Tabella 1) veniva preparato all’uso con processi di taglia industriale. Furono costruiti
altri reattori di questo tipo (“production reactors”) che nel 1950 permisero agli USA di disporre di
circa mille bombe A da 0.5 megatoni (milioni di tonnellate di tritolo TNT, l’esplosivo chimico più
potente).
“Coi reattori nucleari potremmo disporre di energia per secoli. Col sole artificiale manterremmo
la vita vegetale, potremmo allevare gli animali e macellarli!” Peter Sellers, “il dottor Stranamore”, che
impersonava Teller.
La bomba H
Nello stesso periodo a Los Alamos operava una linea di sviluppo parallela sotto la guida di Teller
(che sembra ebbe l’idea da Fermi ancor prima del successo della CP1, nel 1941, pranzando con lui a
New Tork) che riguardava la possibilità di usare la fissione esplosiva per innescarne una a fusione
di deuterio-trizio, la bomba H. Il “super problem” di questo sviluppo era costituito dai calcoli
troppo complicati per poter effettuare una progettazione corretta. Il più potente calcolatore di
quell’epoca (l’ENIAC) non era in grado di risolvere il compito. Dopo la guerra la potenza di calcolo
disponibile fece un balzo enorme ed un calcolatore (il MANIAC) fu elaborato appositamente per i
teorici di Los Alamos, e fu così possibile risolvere la faccenda. Teller ed il suo gruppo poterono